La tendenza dell’Ice carving sta prepotentemente arrivando anche tra i barman d’Italia che ispirati dal maestro Ueno creano da blocchi di ghiaccio trasparenti e morbidi al punto giusto piccole sculture da porre nei vostri bicchieri per i drink on the rock!
Ogni attrezzo ha la sua peculiarità e viene utilizzato per una lavorazione differente: questo icepick rompighiaccio a 3 punte infatti permette di creare dei blocchi più piccoli di ghiaccio, di porzionare agilmente il vostro blocco ma anche di "grattuggiare" il ghiaccio in modo da scolpire lentamente fino ad ottenere con morbidezza la forma voluta.
L’ARTIGIANO DEL GHIACCIO
Arriva dal Giappone l’ultimo trend di intendere il ghiaccio e come sempre la scuola giapponese ci insegna a prenderci il tempo giusto per conoscere al meglio le materie prime con cui stiamo lavorando e con cui creeremo il nostro cocktail.Ci sono studi approfonditi sulla trasparenza e giusta temperatura del ghiaccio che lo rendono perfetto per la lavorazione: ad esempio uno shock termico lo fa crepare e addio belle sculture!
In questa passione per l’ice carving nel bartending trovano spazio nuove tecniche per ottenere la giusta dose di ghiaccio trasformandola però da semplice ingrediente complementare a coprotagonista del tuo drink!
Il ghiaccio infatti diventa sempre più importante nell’arte del buon bere grazie alla presa di coscienza che i maestri giapponesi ci stanno trasmettendo: non solo rinfresca ma diluisce il vostro drink in maniera differente a seconda delle forme e dimensioni, quindi attenzione a quello che fate!!
APPROFONDIMENTO SUL MONDO DEL GHIACCIO
“Son capaci tutti di preparare una granatina o dei normali cubetti di ghiaccio, ma nel mondo dei cocktail le cose sono un po’ più complesse. Non a caso, i bartender di un certo livello dedicano tempo ed energie alle macchine per il ghiaccio oppure agli utensili adatti per ricavarne il pezzo giusto a partire da un grande blocco.Perché sì, la forma e il taglio non sono solo un orpello: determinano il risultato finale. E c’è un motivo molto serio se il consiglio è di utilizzare un grosso pezzo di ghiaccio per il Negroni e piccoli cubetti per un Old Fashioned. Cambiano l’impatto sulla temperatura del cocktail e la quantità di acqua che, sciogliendosi, si mescola agli ingredienti.
Geoff Fewell, capo barman del Lui Bar di Melbourne, non apre i battenti del locale senza una scorta di blocchi di ghiaccio da 40 chili da tagliare e scalpellare di fronte ai clienti e a seconda del tipo di cocktail richiesto. Gli utensili del caso spaziano fra diversi tipi di scalpello e comprendono anche la classica mannaia da carne e un particolare tipo di sega giapponese – quest’ultima serve per tagliare grosse fette e richiede un certo sforzo fisico.
Presso il bancone del Lui Bar c’è anche una pressa giapponese che realizza sfere di ghiaccio: hanno il medesimo volume dei cubetti ma con una minore superficie, e dunque si sciolgono più lentamente. È la soluzione adottata da Geoff Fewell per il Negroni.
Attraversando l’Oceano Pacifico e arrivando fino a Chicago, troviamo il The Aviary Bar, che offre ben 37 tipi diversi di ghiaccio e dove si sono inventati un modo particolarissimo di servire l’Old Fashioned: realizzano una forma di ghiaccio più o meno sferica e con l’interno cavo, dove con una siringa inseriscono gli ingredienti del cocktail un attimo prima di servirlo. Al cliente resta solo da rompere il ghiaccio e gustare questa curiosa variante: non il tradizionale on the rocks, bensì in the rocks.”
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