Per chi ancora non lo sapesse, ‘Buone forchette per AIL’ è una raccolta fondi promossa dalla sezione di Milano di AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma Onlus, e che ha preso il via nel novembre 2013 per concludersi a febbraio di quest’anno. Supportare l’iniziativa è molto semplice, basta recarsi in uno dei trenta ristoranti aderenti, nei quali, a fine pasto, vi verrà chiesto se vorrete lasciare un contributo volontario - a partire da 2 Euro - per sostenere la ricerca scientifica.
Interessati e ammirati, noi dell’Rg abbiamo pensato di approfittare della nostra e della loro presenza a Identità Golose per fare qualche domanda.
Il progetto, da molti definito ‘ambizioso’ ma a parer mio ‘concreto’, è stato fondato su un’idea sana di aiuto su un tema che tocca la sensibilità di molti. Il punto di svolta è costituito dall’ambientazione del progetto: trenta tra i migliori ristoranti del capoluogo milanese e un aiuto assolutamente soggettivo da poter lasciare. Ora che l’esperienza va concludendosi, si può tirare le somme sui risultati ottenuti.
I risultati veri e propri verranno comunicati solo al termine, cioè a fine febbraio, quando il progetto si concluderà completamente, ma in generale l’esperienza è stata positiva e il risultato più importante è stato ottenuto: diffondere l’obiettivo dell’iniziativa. Sicuramente possiamo dire che grazie a Buone Forchette abbiamo potuto contare sul sostegno di alcune importanti aziende come Eberhard & Co., Mitsubishi Electric e Birra Moretti, nonché di alcune importanti realtà del mondo farmaceutico. Per il nostro progetto di ricerca scientifica questo è fondamentale, perché significa che si inizia finalmente a capire la rilevanza di ciò che stiamo facendo. Lo studio che vogliamo avviare, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, sul sequenziamento del genoma, è importantissimo per migliorare le decisioni terapeutiche dei pazienti onco-ematologici. Un progetto assolutamente innovativo e perciò davvero ambizioso.
È un piacere rendersi conto di quanto sia stato fatto in questo senso, l’argomento è davvero toccante, per questo devo sforzarmi di concentrarmi sulle domande per non sforare dalla mia scaletta.
La cucina, specialmente quella creativa e di alta gamma, è un’area in rapida crescita e in continua trasformazione e tutto ciò che la riguarda sembra oggi attirare un largo interessamento, il più delle volte positivo. Quanto ha inciso questo sulla scelta di usare i ristoranti come tramite per fare beneficienza?
Per ben otto anni consecutivi, AIL ha promosso un’iniziativa di raccolta fondi legata al mondo dell’arte con un’asta di opere d’arte battuta da Christie’s. Dopo tanti anni abbiamo deciso di cambiare, sempre puntando sulle eccellenze italiane, e siamo passati dall’arte alla cucina.
In realtà l’esperienza va ben oltre le trenta location: AIL ha infatti avuto l’opportunità di partecipare a Identità Golose e portare anche qui l’opera di Gianluca Biscalchin, un eccellente illustratore, che ha realizzato per il progetto una creazione chiamata per l’appunto ‘Le buone forchette’, anch’essa venduta nei ristoranti impegnati. Com’è nata la collaborazione con questo artista?
Biscalchin ci è stato presentato proprio da Identità Golose che ha fatto da superpartes fra Magenta Bureau, l’agenzia che si occupa dell’organizzazione dell’evento, e Cantiere di Comunicazione che ha curato l’ufficio stampa. Si è dimostrato molto disponibile, come chiunque abbia preso parte a questa iniziativa, e noi l’abbiamo apprezzato sinceramente.
È vero che il momento è difficile ma bisognerebbe far passare il messaggio che bastano piccoli aiuti come questi per sostenere una grande battaglia. Fa anche questa tematica parte del progetto?
Certamente sì. È il senso di ciò che intendevamo perseguire: la sensibilizzazione di quante più persone possibili su un tema tanto delicato, che ha trovato nella cucina il suo gioco-forza. Essere presenti per quattro mesi in trenta ristoranti ci ha consentito di raggiungere molte persone e far conoscere gli obiettivi della nostra Associazione.
Per concludere, avete già pensato a nuovi appuntamenti simili a ‘Le buone forchette’ per portare avanti la ricerca?
Per tutto il 2014 saremo impegnati nel raccogliere contributi a favore del progetto di ricerca scientifica sul sequenziamento del genoma e chiunque, in qualunque momento, potrà dare il proprio sostegno. Certamente ci piacerebbe che ‘Buone Forchette per AIL’ diventasse un appuntamento annuale, e ci stiamo pensando.
Impossibile, aggiungo io, tirarsi indietro quando si tratta di iniziative benefiche lodevoli come quella di AIL.
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