Quello che gli italiani dicono dell’Italia è senza dubbio vero: abbiamo i migliori mezzi per raggiungere qualunque risultato ma purtroppo rincorriamo sempre senza mai metterci in testa.
Questo vale per quasi ogni eccellenza di cui potremmo fare vanto, compresa quella che dovrebbe essere al primo posto per un Paese che ha il miglior turismo al mondo per varietà enogastronomica, paesaggistica e culturale, ovvero l’accoglienza.
Senza entrare nel merito delle infrastrutture come i trasporti o i servizi come la rete wi-fi pubblica, si può dire che l’accoglienza nell’ambito food and beverage, che è quello che maggiormente ci interessa, sia ciò che si nota dai piccoli gesti di ogni lavoratore.
Ricordate: l’accoglienza parte da quando si varca la porta d’ingresso di un locale e si aspetta il saluto.
Purtroppo molto spesso in Italia non arriva nemmeno quello, figuriamoci la Welcome Water. Nessuna stramberia modaiola, è sola e semplice acqua, con o senza ghiaccio (i più creativi aggiungono fettine di limone, arancia, menta o del temutissimo cetriolo) servita dalla brocca, così chiamata perché è dà letteralmente il benvenuto al cliente, che non lo lascia a bocca asciutta mentre sceglie il suo drink o aspetta la sua ordinazione.
Non è necessario pretendere salviette calde di cotone, umidificate e profumate, come in Giappone, né il rabbocco del caffè (peraltro poco gradito ai cultori dell’espresso) come negli USA, ma al di fuori dell’Europa la Welcome Water è una norma e viene servita a prescindere da ciò che si ordinerà per poi essere continuamente rabboccata durante l’intera permanenza al locale.
Nessuno vi obbligherà a ordinare una vera bevanda se siete in un ristorante, nonostante sia buona educazione farlo, lo è se chiaramente siete in un bar, ma non finiranno mai di servirvene. E’ una semplice attenzione che non costa nulla, ma pare che escludendo i migliori cocktail bar, nella maggior parte dei locali non venga in mente che il bene più prezioso sia anche quello più apprezzato per far sentire a proprio agio i propri ospiti.
Se è vero che tutti dovremmo fare quello che possiamo singolarmente per migliorare un risultato collettivo, perché sono in pochi a farsi avanti? Vi basteranno una brocca e un rubinetto, niente più.
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