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Barchef is born: Flavio Esposito

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All’entrata è Bud Powell ad accogliermi e penso immediatamente che la musica jazz sia esattamente il sottofondo ideale per ogni ora del giorno, in qualunque locale voglia trasmettere un’idea di rilassamento e familiarità, due qualità che di certo non mancano alla Boutique 12 di piazza Oberdan, delizioso e minimal ambiente gestito da Flavio Esposito.

Da vero padrone di casa, il nostro amico mi fa accomodare offrendomi subito da bere. Mentre inizia a parlarmi del suo nuovo progetto, mi guardo intorno curiosa, e penso che come ogni grande scoperta, anche quella di Flavio sia celata dietro un locale dal quale non ti aspetteresti un servizio tanto professionale e una simile cura della cucina e delle bevande, per la serie ‘è più importante il contenuto del contenitore’: niente luci soffuse da lounge club privè o qualunque altra parola straniera vogliate associarvi; niente musica invasiva, niente atmosfera altoborghese; niente, a parte ciò che bisognerebbe trovare: piatti tradizionali o perlomeno conosciuti, rivistati, reimpiattati e ripensati con un tocco eccentrico e originale, frutto però di un lungo e attento studio, condotto in parallelo sui drink cui vengono accostati. Sono infatti lo studio e la sperimentazione costanti che contraddistinguono il suo progetto dal nome Food & Drink Experience che intende unire i sapori dei cibi a quelli dei cocktail attraverso precisi accostamenti, per condurre il fruitore a un nuovo modo di assaporare che coinvolga tutti e cinque i sensi.  La vista ci dà il benvenuto, l’olfatto ci stuzzica l’appetito, il tatto apre al contatto con le posate ma anche fra le mani e il cibo stesso, l’udito aiuta nell’ascolto del piatto proposto e il gusto… bè, non serve nemmeno spiegarlo, ma solo aggiungere che per un giusto apprezzamento è necessario un vero e proprio equilibrio dei sapori. In questo percorso entrano anche in gioco due criteri molto importanti per la buona riuscita dell’esperienza nella sua totalità: contrasto, in quanto food e drink vanno a compensare reciprocamente l’uno gli squilibri dell’altro, e struttura, che fa da ago della bilancia.

Non male come espressione di un progetto a cui molti ambiscono ma che ancora nessuno è riuscito a concretizzare, e non male soprattutto per chi come Flavio ha imparato tutto col solo studio da autodidatta, portando avanti una passione che coltiva da quando era bambino e ha cresciuto dai quattordici anni.

Le collaborazioni importanti non mancano nel suo curriculum, e tanto per fare un nome potremmo citare Heinz Beck, ma anche la tenacia nel perseguire i propri obiettivi e la personale crescita professionale l’hanno aiutato nella nascita di un corso promosso da A.I.B.E.S. che in otto lezioni passino al vaglio i principali cibi, sempre relazionati ai cinque sensi.

L’entusiasmo e la passione per questi risultati traspaiono dal tono di voce, dalla concitazione e dalla voglia di far conoscere, di far capire a quanta più gente possibile l’importanza di questo progetto. Del resto, pur non essendo un vero chef, Flavio ci tiene a sottolineare che per lui è importante condividere con i colleghi più che accaparrarsi il merito dei successi perché solo così facendo si può progredire. Ed è proprio questo che lui ha fatto, è cresciuto, e i risultati si vedono: la rubrica sul magazine online affaritaliani.it è quella che riscuote più successo (basti contare i like all’articolo ‘Risotto alla milanese con ossobuco e Bull Shot’) ed è anche l’attività che gli dà più soddisfazione, come ammette, visto che se la gente apprezza continuamente le pubblicazioni è perché segue con costanza e inizia a capire quest’evoluzione.

Ma il lavoro di Flavio è nato da pochi mesi e sicuramente ha ancora tanto da offrire. Di certo reinventare i piatti della trazione, dei grandi maestri, e farli propri per migliorarli è un ottimo trampolino di lancio, ma la vera e propria introduzione di nuove creazioni è il contributo che questo grande barchef vuole dare a un mondo dalle mille sfaccettature e sempre in evoluzione, in cui spesso emerge chi come lui sa reinventarsi e fa della passione il perno del proprio lavoro.