Se è proprio la San Pellegrino a promuovere e sponsorizzare i più importanti eventi legati al mondo della cucina italiana ma anche mondiale di alta gamma, un motivo c’è e noi l’abbiamo scoperto in occasione del FuoriSalone.
Se aveste provato a chiamare Superstudio più di via Tortona e foste stati così fortunati da trovare posto, avreste potuto partecipare al Live from Milan, che prendeva il via col primo giorno della Design Week, martedì 8, per concludersi con l’ultimo appuntamento di domenica 13. Ogni giorno uno chef stellato proponeva la sua personalissima rivisitazione dello spaghetto, imbastendo un menù che avesse questa pasta come perno. In tutto due appuntamenti a giornata, pranzo e cena, con tre turni per ognuno e uno show cooking in diretta prima del pasto.
Così venerdì 11 siamo arrivate alla location, e dopo esserci accreditate, ci è stato offerto un aperitivo, che non poteva che consistere in acqua frizzante San Pellegrino e acqua naturale Panna. Alle 14.35 in punto ci hanno fatto accomodare in una saletta vetrata, come i tavoli di quattro posti l’uno. Solo in quel momento ho scoperto che non si trattava del semplice assaggio di un piatto di spaghetti ma di un vero e proprio pranzo! Per prima cosa ci è stata offerta un’oliva ripiena di panzanella e melanzana marinata al miele di girasole, e a seguire un (quasi) raviolo di seppia, delizioso. Il Bellavista Alma Cuvée Brut Franciacorta è comparso già dalla prima portata e i camerieri non si sono risparmiati nell’offrirlo, ma chi non avesse gradito avrebbe potuto continuare a pasteggiare ad acqua. Finalmente si arriva ai tanto attesi spaghetti con olive Nolche, pomodorini e origano di Vendicari al profumo di limone. I piatti vengono sempre professionalmente spiegati durante il servizio e le posate cambiate a ogni portata: la professionalità è sempre ben gradita. Al termine della pasta lo chef Fabio Pisani gira fra i tavoli degli ospiti col suo immancabile sorriso e risponde cortesemente alle domande di curiosi e appassionati, ma soprattutto emozionati, come me.
Tanto per viziarci fino all’ultimo, ci viene infine servito un dolce di pane e marmellata con mousse di cioccolato venezuelano e un filo d’olio.
Sazia, soddisfatta ma soprattutto compiaciuta che San Pellegrino con la collaborazione di chef tanto competenti ogni tanto ci ricordino che la forza del nostro Belpaese risieda in occasioni come queste: accessibili, strutturate e qualitativamente (scusatemi il termine ormai inflazionato) eccellenti!