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Pisco lands in Italy, word from Federico Solari

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In occasione del recente incontro 'Pisco es Perù', abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con Federico Solari, promotore del Pisco in Italia, per capire di più su un distillato ancora poco conosciuto sul nostro territorio, ma di cui si sta facendo sempre più uso.

Ci dica due parole su di lei e su come è diventato promotore dell’iniziativa sbarcata in Italia ‘Pisco es Perù’.

Mi chiamo Federico Solari Recavarren e sono italo-peruviano, residente in Italia da più di 25 anni. Sono diventato promotore del Pisco in Italia grazie alla passione per il mio paese di nascita e per questo prodotto peruviano che rappresenta storia, cultura e tradizione di un paese che contiene il 70% della biodiversità mondiale e trova al suo interno diverse aree climatiche che permettono la crescita naturale di prodotti meravigliosi come l’uva di qualità “pisquera” e di conseguenza, del Pisco.

Pensa che il Pisco non sia mai riuscito a emergere nel panorama italiano perché nel nostro territorio abbiamo già un’ampia scelta di prodotti o ci possono essere altre motivazioni?

Il Pisco non è mai riuscito ad emergere perché la sua produzione è sempre stata artigianale, derivata da piccoli contadini o grandi famiglie di agricoltori che lo producevano per consumarlo in famiglia e regalarlo agli amici.

Quali sono i Paesi in cui è più utilizzato? Solo quelli di origine?

Il maggiore importatore di Pisco sono gli Stati Uniti d’America. In seconda posizione, come più grande importatore di Pisco peruviano, si trova il Cile.

Come mai la scelta di lanciarlo proprio ora?

Negli ultimi 10 o 15 anni il Perù ha visto la crescita del PIL e quindi dell’economia in modo costante, di più del 6% annuo; questo ha spinto la crescita dell’industria agricola, lo sviluppo della gastronomia creativa peruviana “fusion” e di conseguenza del Pisco, che ha visto crescere ed aumentare la sua produzione sino alla conquista di nuovi mercati internazionali.

Quali sono le caratteristiche del Pisco che lo rendono competitivo rispetto ad altri distillati?

Il Pisco è un distillato d’uva fermentata, risultato di un’unica distillazione diretta che può essere continua o discontinua. Tagliando testa e coda, viene imbottigliato con una gradazione alcoolica che varia tra i 38° e  48°, senza aggiunta di acqua. Il segreto è l’uva, che viene coltivata nelle zone desertiche della costa oceanica del Perù, con una forte esposizione al sole, raggiungendo in questo modo un alto livello di zuccheri. Il fatto che il Pisco, prodotto da un’unica distillazione, riesca ad essere imbottigliato senza nessuna contaminazione di altri prodotti, né botti di rovere né acqua per abbassare la gradazione alcoolica, significa che stiamo parlando di un distillato nobile con delle caratteristiche organolettiche particolari. Molto buono da bere puro ed altrettanto nella miscelazione con succhi di frutta, bibite gassate, etc.  Mantenendo il proprio carattere, gusto e aroma, si presta a mille invenzioni da parte dei bartender in tutto il mondo. Credo che in particolare i barman italiani, che sono molto creativi, troveranno in questo distillato un prodotto “nuovo” con il quale sperimentare nuove ricette.

Quanto è stato importante promuoverlo attraverso un evento ufficiale come ‘Pisco es Perù’ per dargli visibilità?

Erano alcuni anni che si parlava di Pisco in Italia ma aspettavamo questo evento ufficiale promosso dall’Ufficio Commerciale del Perù a Milano, di recente costituzione, che ha dato una spinta alla commercializzazione di questo prodotto in Italia, che ormai avrà una crescita inarrestabile.

Avete già pianificato altre promozioni sul prodotto?

Stiamo programmando altri eventi promozionali del Pisco in diverse regioni italiane, seguendo lo stesso “format” collaudato in questo evento a Milano.