Quando dico che non mi piacciono caffè, insalata e cioccolato bianco la gente inorridisce. Non capisco il motivo. Ho sentito dire che non piace la Nutella a qualcuno e il vino a qualcun’altro, ma non per questo penso ‘Gentaglia!’.
D’altra parte adoro il sushi e ancora di più gustarlo in quei magnifici sushi bar dove piattini colorati scorrono su un nastro trasportatore sotto le loro cupoline e prima che arrivino al tuo tavolo hai tutto il tempo di fulminare con gli occhi le persone che si accaparrano il nigiri prima di te.
Mi sembra tutto assolutamente positivo e allegro: dalle bacchette sul tavolo, agli omini dagli occhi a mandorla che cucinano proprio davanti a te, dalle mini-porzioni facili da terminare alle poche calorie che comunque assimili, sempre se ti trovi in un giapponese autentico in cui non servono tempura, riso condito di qualcosa che non vogliono farti riconoscere e tortelli fritti.
Sono veri e propri self-service d’avanguardia dove generalmente il costo del pranzo è fisso, nonostante la quantità proibitiva di piattini stile arcobaleno che accumuli, o viene previsto un costo a porzione, che cambia a seconda del contenuto e viene contraddistinto da colori diversi: così ti limiti ad un solo piattino rosso che costa 5€ e fai scorpacciata di quelli blu da 1€.
Ottimo itinerario per il pranzo, ma evitateli la sera, e diffidate di quelli che offrono l’all inclusive a meno di 10€.
Per la cena personalmente prediligo quei bei ristorantini vietnamiti dove ti fanno sedere per terra e sembra di stare in un giardino estivo per la quantità di piante che rendono tutto molto riservato e intimo, aiutate dalle luci soffuse.
I camerieri di accolgono con un largo sorriso e ti scortano al tavolo affidandoti un menù più largo della tovaglietta, rigorosamente di carta riciclata e intriso di nomi che non capiresti nemmeno se te la cavassi col thailandese, così ti lascia consigliare: un certo pesce scottato non rosolato, servito su una qualche foglia di una qualche pianta con quella salsina per contorno sembra davvero invitante. I casi sono due: o ti affezioni talmente tanto al piatto che torni al ristorante solo per quello o cambi ogni volta, assaggiando sapori nuovi e qualche volta rimanendo giustamente deluso.
Sono davvero ristorantini adorabili, ma assolutamente esclusivi.
Una volta ogni tanto ci sta, ma assicuratevi che anche chi invitate a cenarvi apprezzi la cucina fusion: non tutti sono d’accordo col mio assaggia-e-stupisciti.