| In the dining room

The art of service: smart and fun solutions

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Caro, vecchio piatto da tavola…dove sei finito?



La storia del piatto da tavola va di pari passo con la storia dell’uomo. Subito dopo la scoperta del fuoco, quando l’uomo smise di mangiare i cibi allo stato crudo e cominciò a cucinarli, sentì anche l’esigenza di avere contenitori nei quali depositarli. Gusci, foglie, legni, pietre: tutto diventò “piatto”.

Già le civiltà cretese, greca, romana ci riportano mirabili esempi di piatti creati nei più vari materiali dalla terracotta al legno e in altre leghe anche preziose, e anche le popolazioni più tribali e povere che non disponevano di ricchezze, comunque utilizzarono piatti fatti di pane (detti mensa), uso che è tuttora rimasto nella tradizione di alcune popolazioni nord africane e sud americane..

Fu alla metà del ‘500 che il piatto assunse anche il ruolo estetico di abbellimento della tavola e il materiale più comune di produzione divenne la maiolica. In Italia molte furono le città che ebbero scuole d’eccellenza in questa produzione come Faenza, Pesaro, Vietri e molte altre località, note tutt’oggi per la loro importante impronta data a questo settore produttivo. All’inizio del XVIII secolo l’Europa cominciò a prendere in considerazione l’antica arte cinese della porcellana e il piatto passò da utensile d’utilizzo a bene culturale e simbolo di ricchezza e raffinatezza. Il “servizio di piatti” entrò così a far parte del corredo della sposa, della tavola imbandita e nel tempo divenne anche motivo di riconoscimento della qualità di un ristorante, elemento di distinzione della sala da pranzo di un albergo o di una nave.

Fino ad una decina di anni fa anche la qualità del servizio di piatti “faceva la differenza” di un locale. Poi le cose son cambiate. I motivi sono tanti e forse solo un sociologo può mettere in ordine tutte le motivazioni che ci portano oggi ad una rivoluzione del concetto di piatto. La prolificazione del sistema fastfood e dei contenitori di cartone, i grandi progressi estetici fatti dalle aziende di materiali “usa e getta” che hanno reso piatti e bicchieri monouso belli al tatto e alla vista, un radicale cambiamento nelle abitudini alimentari della popolazione mondiale che sta molto meno seduta a tavola di un tempo e che necessita sempre più di contenitori per il cibo più agili e “da trasporto”, la creatività della nuova generazione di chef che non si è limitata a destrutturate le ricette, ma che ha sentito anche l’esigenza di rivoluzionare il modo di presentare le portate e i suoi contenitori (bicchieri, barattoli di vetro, vassoi, taglieri….), la globalizzazione che ci porta in tempo reale a conoscere ed utilizzare materiali, forme e abitudini di nazioni con culture alimentari molto diverse dalla nostra e che ci permette di servire piatti italiani in vassoi giapponesi e cucine messicane in ciotole cinesi.

Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato ad una radicale modificazione del concetto di “servizio della tavola”. Il concetto di “fusion” non si è fermato al cibo, ma è corso veloce anche alle forme e ai materiali in cui presentarli. Anche gli oggetti di servizio della tavola stanno cambiando come per esempio i cestini per il pane che troviamo sulle tavole nelle forme e nei materiali più diversi recuperati anche da altri settori del vivere quotidiano. Per i puristi questa è forse una deformazione dell’estetica della tavola, una decadenza dello stile e del bon ton, certo è che il mondo si muove ad una velocità impressionante e che forse restare arroccati al “tempo che fu” non serve a molto. Forse l’attenzione maggiore va riservata sempre alla ricerca della qualità. Se le forme dei contenitori per presentare il cibo in tavola cambiano, se cambiano i colori, i materiali, i concetti di presentazione, la qualità non deve comunque venir meno. Questo è l’unico principio saldo che ci mette al riparo da errori, scivoloni di stile e confusioni stilistiche.

Servintavola Ballarini: eleganza e praticità

Tra le aziende che fanno ricerca in questa direzione e che puntano sulla qualità, è d’obbligo menzionare l’azienda Ballarini, che da qualche anno ha affiancato alla normale produzione di pentole per uso domestico, la linea Professionale, alla quale viene dedicato un grande lavoro di ricerca e innovazione per rendere la professione dello chef sempre più agevole, tecnologica, ma anche spettacolare. Un esempio viene dalla linea Servintavola, che collega direttamente la cucina alla tavola. Il lavoro dei Professionisti della ristorazione non si esaurisce in cucina l’attenzione alla clientela richiede un servizio e un allestimento della tavola eccellenti. I Servintavola Ballarini nascono proprio con l’obiettivo di dare ai piatti la giusta presentazione e impreziosire la tavola con stile e creatività. Quattro linee di piccole pentole in materiali differenti, ideali per presentare entrée, contorni, zuppe e tutto quello che stimola la fantasia del ristoratore.

Per approfondimenti www.rgmania.com